Emilia-Romagna
Acque sotterranee Livello delle acque sotterranee
Commento

Il livello delle acque sotterranee dei corpi idrici freatici di pianura dipende prevalentemente dalle precipitazioni (ricarica diretta), dal rapporto idrogeologico con i corsi d’acqua superficiali e canali (che possono essere alimentanti in alcuni periodi dell’anno e drenanti in altri, in funzione delle quote relative tra alveo e corpo idrico sotterraneo) e, infine, dal regime dei prelievi che in questi corpi idrici sono prevalentemente domestici e quindi non sono rilevanti.
Nei corpi idrici sotterranei più superficiali (freatico di pianura fluviale) il livello medio delle acque sotterranee nel 2022, è più profondo (soggiacenza) di 0,95 m rispetto la media del periodo 2010-2020. I livelli primaverili sono più profondi di quelli osservati nell’intero periodo di riferimento, mentre quelli autunnali, oltre a essere significativamente più profondi dei valori osservati negli ultimi anni, sono confrontabili con il massimo abbassamento registrato nell’anno siccitoso 2012 (figura 1). La significativa variazione dei livelli medi annui risulta essere la naturale conseguenza della scarsa disponibilità idrica a partire dal 2017 e della scarsa ricarica degli acquiferi freatici, determinata in particolare dalle ridotte precipitazioni invernali, primaverili e autunnali del 2022. Non si evidenziano invece variazioni significative di livello nel freatico di pianura costiero, il cui livello è in stretta relazione con il livello del mare (figura 2).
Il livello medio annuo delle falde freatiche presenti nelle porzioni apicali delle conoidi alluvionali appenniniche (Conoidi libere) risulta, nel 2022, più profondo di 1,46 m rispetto la media del periodo 2010-2020, rappresentando una situazione simile ai minimi registrati negli anni siccitosi 2012 e 2017 (figura 3). Il livello delle falde nella primavera 2022 risulta essere il più basso livello primaverile di tutto il periodo 2010-2020, a testimoniare l’esiguo apporto idrico nei primi sei mesi dell’anno dovuto alle scarse precipitazioni e ai conseguenti ridotti apporti dei principali corsi d’acqua che alimentano direttamente questi grandi acquiferi che costituiscono le aree di ricarica delle acque sotterranee profonde dell’Emilia-Romagna. Il livello autunnale ha subito nel 2022 un peggioramento, riprendendo la tendenza all’abbassamento che si era instaurata già a partire dal 2018, anche se non ha raggiunto i livelli critici del 2012 e 2017.
Le falde confinate dei corpi idrici di conoide risentono di quanto evidenziato nelle porzioni libere di conoide, sede della ricarica, mostrando livelli 2022 in forte peggioramento nelle porzioni delle conoidi confinate superiori (figura 4) e in peggioramento nelle porzioni confinate inferiori di conoide (figure 5).
Le prime falde confinate dei corpi idrici sotterranei di pianura alluvionale appenninica e padana, oltre che di transizione e costiera, risentono molto meno delle dinamiche di ricarica rispetto ai corpi idrici freatici di pianura e a quelli di conoide già analizzati, benché́ vi insistano prelievi idrici a prevalente uso irriguo. Nonostante ciò, nel 2022 il livello medio delle falde in questi corpi idrici rappresenta il valore più critico dal 2010, e risulta più profondo di 0,38 m rispetto alla media del 2021, e di 0,57 m se confrontato con la media del periodo 2010-2020. Anche in questi corpi idrici si evidenziano livelli significativamente più profondi, sia nella primavera 2022, in cui è stato registrato il valore peggiore dal 2010, sia in autunno 2022, quando sono stati raggiunti livelli più bassi dell’autunno 2017 (figura 6). Nei corpi idrici sotterranei confinati inferiori di pianura, la situazione media del 2022 si presenta in continuità con la tendenza al peggioramento iniziata nel 2019, dove i periodi autunnali sono i più critici (figura 7).
Le tendenze osservate sono il risultato degli effetti dei processi di ricarica naturale e dei prelievi per i diversi usi che insistono nelle diverse tipologie di acquiferi, tenendo conto dell’entità degli immagazzinamenti di acqua sotterranea nei periodi in cui le condizioni di ricarica sono più favorevoli. Nel periodo 2013-2015 le condizioni climatiche hanno permesso una consistente ricarica degli acquiferi dell’Emilia-Romagna in modo pressoché generalizzato, portando a un aumento dei livelli di falda (minore profondità delle falde) rispetto al periodo medio-lungo (2010-2020). Questo aumento della disponibilità di acque sotterranee è stato più marcato nelle conoidi bolognesi, in particolare in quella del Reno che storicamente è caratterizzata da un’ampia depressione della falda. Ciò ha permesso una attenuazione degli effetti negativi della siccità del 2017 e degli anni successivi, determinando però una progressiva diminuzione dei livelli fino a valori in linea con quelli del periodo precedente il 2013.
La distribuzione media annua di soggiacenza nella falda più superficiale della pianura (Figura 8), evidenzia che il 79,4% delle 63 stazioni di monitoraggio misurate nel 2022 ha un valore inferiore ai 4 metri, avvicinandosi alla situazione del 2012 (74,5%) che ha rappresentato il minimo assoluto dal 2010.
La distribuzione areale della piezometria negli acquiferi liberi e confinati superiori e inferiori di pianura (figure 9 e 10) evidenzia il caratteristico andamento del livello delle acque sotterranee, con valori elevati nelle zone di margine appenninico (nel parmense si riscontrano i valori più alti) che si attenuano poi passando dalle conoidi libere, che rappresentano la zona di ricarica diretta delle acque sotterranee profonde, alle zone di pianura alluvionale, fino ad arrivare a quote negative nella zona costiera. Questo andamento generale, con gradienti piezometrici differenti, più elevati nelle zone delle conoidi emiliane rispetto a quelle romagnole, è interrotto dalla conoide Reno-Lavino, che presenta, in prossimità del margine appenninico, valori di piezometria negativi (al di sotto del livello medio del mare), anche nella porzione libera di conoide, determinati dai consistenti prelievi effettuati negli anni ’50-’60 del secolo scorso. Questa depressione piezometrica si amplia arealmente con la profondità, ovvero negli acquiferi liberi e confinati inferiori. La distribuzione areale della soggiacenza (figure 11 e 12) evidenzia situazioni molto meno accentuate rispetto a quella del Reno anche in altre conoidi alluvionali, frutto dei prelievi per i diversi usi della risorsa.

NOME DELL'INDICATORE

Livello delle acque sotterranee

DPSIR

S

UNITÀ DI MISURA

Metri

FONTE

Arpae Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALE DATI

Regione

COPERTURA TEMPORALE DATI

2002-2022

LIVELLO DI DETTAGLIO GEOGRAFICO

Regione

AGGIORNAMENTO DATI

Annuale

RIFERIMENTI NORMATIVI

DLgs 152/06, DLgs 30/09

AREE TEMATICHE INTERESSATE

METODI DI ELABORAZIONE DATI

Valore medio del periodo. I dati di piezometria e soggiacenza sono relativi alle misure di livello sia manuali, effettuate con frequenza semestrale, sia della rete automatica della piezometria che avvengono su un numero ridotto di stazioni dei corpi idrici profondi, con frequenza oraria. Di queste ultime sono state comunque considerate due misure nell’anno, quella massima del periodo primaverile e quella minima del periodo autunnale, al fine di rendere le serie storiche statisticamente significative e confrontabili con le stazioni aventi solo misure manuali. Le elaborazioni sono inoltre effettuate per aggregazione di stazioni di monitoraggio per tipologia di corpo idrico: freatici, confinati superiori e confinati inferiori. Le cartografie sono elaborate con i dati medi annuali sui due livelli di profondità: confinati superiori e confinati inferiori, aventi in comune la parte apicale delle conoidi alluvionali con acquifero libero.

Altri metadati
Descrizione

Il livello delle acque sotterranee rappresenta la sommatoria degli effetti antropici e naturali sul sistema idrico sotterraneo in termini quantitativi: prelievi di acque sotterranee da un lato e ricarica delle falde dall’altro.
Il livello delle falde misurato durante le attività di monitoraggio può essere poi restituito rispetto al livello medio del mare (quota assoluta tramite piano quotato) che viene definito piezometria, oppure può essere riferito alla quota del piano campagna locale (quota relativa), in tal caso si definisce soggiacenza, che rappresenta la profondità a cui si trova la falda, che ha valori positivi crescenti verso il basso a partire dal piano campagna fino al pelo libero dell’acqua. La piezometria viene utilizzata per calcolare le linee di deflusso delle acque sotterranee e i relativi gradienti idraulici, essendo a tutti gli effetti una superficie equipotenziale reale nel caso di acquiferi liberi, mentre per gli acquiferi confinati rappresenta una superficie ideale di uguale pressione dell’acqua. La soggiacenza viene spesso utilizzata per le applicazioni di campo, essendo riferita al piano locale, e rappresenta, come per la piezometria, un dato reale nel caso di acquiferi liberi, mentre per gli acquiferi confinati diventa reale solo quando viene perforato l’acquitardo al tetto dell’acquifero confinato. Dai valori di livello delle acque sotterranee, si possono calcolare tendenze nel tempo (trend) con le quali è possibile valutare le variazioni medie annue dei livelli delle falde, a supporto della definizione dello stato quantitativo delle acque sotterranee.

Scopo

Evidenziare le zone del territorio sulle quali insiste una criticità ambientale di tipo quantitativo, ovvero le zone nelle quali la disponibilità delle risorse idriche sotterranee è minacciata dal regime dei prelievi e/o dall’alterazione della capacità di ricarica naturale degli acquiferi. E' utile, quindi, a supportare la definizione dello stato quantitativo dei corpi idrici e contestualmente a indirizzare le azioni di risanamento, al fine di migliorare la compatibilità ambientale delle attività antropiche, da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione. E' utilizzato, di conseguenza, per consentire il monitoraggio degli effetti delle azioni di risanamento e verificare periodicamente il perseguimento degli obiettivi ambientali previsti per i corpi idrici sotterranei. La variazione del livello delle falde nel tempo è utile, anche, per orientare e ottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei.