Il grafico di figura 1, prodotto in base al valore medio regionale di pianura dei giorni stimati con indice superiore a 25, evidenzia l’andamento dell’indice di Thom dal 2001 al 2022.
L’anno 2022, con 6 giorni medi regionali oltre la soglia 25, che potremmo definire indicatore quantitativo, si pone al di sopra della media dei 20 anni precedenti, calcolata in circa 4 giorni medi regionali, e risulta il quinto valore più elevato dopo le annate critiche del 2003, 2015, 2019 e 2017.
Dall’osservazione della mappa relativa alla distribuzione territoriale dei giorni di disagio con superamento della soglia 25 (figura 2), è possibile notare come l’indicatore ha assunto valori attorno a 5 giorni su gran parte del territorio, tranne nei centri urbani, dove sono stati registrati circa 7 giorni, e nel ferrarese dove sono stati raggiunti circa 15 giorni, una condizione imputabile ai valori di umidità più elevati caratteristici dell’area considerata.
NOME DELL'INDICATORE
Indice di disagio bioclimatico (Thom)DPSIR
IUNITÀ DI MISURA
N. giorniFONTE
Arpae Emilia-RomagnaCOPERTURA SPAZIALE DATI
RegioneCOPERTURA TEMPORALE DATI
2001-2022LIVELLO DI DETTAGLIO GEOGRAFICO
RegioneAGGIORNAMENTO DATI
GiornalieroRIFERIMENTI NORMATIVI
AREE TEMATICHE INTERESSATE
Il disagio bioclimatico, o ondate di calore, si verifica quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione. Queste condizioni meteo-climatiche possono rappresentare un rischio per la salute della popolazione, soprattutto per le persone con difficoltà nella termoregolazione fisiologica o con ridotta possibilità di mettere in atto azioni protettive. Il corpo infatti si raffredda sudando, ma in certe condizioni fisiche e ambientali questo non è sufficiente. Se, ad esempio, l'umidità è molto elevata, il sudore non evapora rapidamente e il calore corporeo non viene eliminato efficacemente. Se la temperatura del corpo aumenta rapidamente, può arrivare a danneggiare diversi organi vitali, compreso il cervello.
Un'esposizione prolungata a temperature elevate può provocare disturbi lievi, come crampi, svenimenti, edemi, o di maggiore gravità, come congestione, colpo di calore, disidratazione. Condizioni di caldo estreme, inoltre, possono determinare un aggravamento delle condizioni di salute di persone con patologie croniche preesistenti.
In considerazione dell’aumento delle temperature, al quale stiamo assistendo negli ultimi anni, scopo dell’indicatore è mettere in evidenza condizioni meteoclimatiche critiche tali da determinare disagio fisiologico per l’uomo.