Emilia-Romagna
Consumo di suolo
Commento

Dall’analisi della Carta dell’uso del suolo dell’Emilia-Romagna (aggiornamento 2022) risulta che la superficie di suolo in regione è pari all’8,89% della superficie totale, corrispondente a 2.000 km2A livello provinciale, Rimini risulta la provincia con la percentuale più alta di suolo consumato (12,53%), con, a seguire, le province di Reggio Emilia (10,99%) e Modena (10,97%), mentre Ferrara presenta il valore più basso (7,31%). Dal confronto tra i dati 2021 e 2022 risulta, inoltre, un aumento della superficie di suolo consumato in regione di circa +0,32%.

NOME DELL'INDICATORE

Consumo di suolo

DPSIR

P

UNITÀ DI MISURA

Percentuale, Chilometri, Ettari

FONTE

Ispra, Arpae Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALE DATI

Provincia

COPERTURA TEMPORALE DATI

2021-2022

LIVELLO DI DETTAGLIO GEOGRAFICO

Regione

AGGIORNAMENTO DATI

Annuale

RIFERIMENTI NORMATIVI

LR 20/2000, LR 6 /2009

AREE TEMATICHE INTERESSATE

METODI DI ELABORAZIONE DATI

A partire dalle immagini satellitari Sentinel 2-A, a risoluzione geometrica di 10 metri, viene elaborata annualmente da ISPRA una base di dati rappresentativa del consumo del suolo in Italia.
La mappatura dei cambiamenti avviene inizialmente attraverso una classificazione semi-automatica delle immagini satellitari realizzata da ISPRA, integrata con i dati di Open Street Map. Successivamente si procede ad una fase di correzione e fotointerpretazione più dettagliata realizzata a cura delle varie Arpa regionali o di ISPRA stessa. Infine ISPRA procede all'assemblaggio ed alla validazione del prodotto finale.
La metodologia seguita prevede una distinzione in due classi principali:
- suolo consumato (es. zone edificate, strade, discariche, cave);
- solo non consumato.

Altri metadati
Descrizione

Il consumo di suolo è tra i maggiori fattori di pressione esercitati dall’uomo sul suolo. Tale fenomeno comporta la perdita di tale fondamentale risorsa ambientale a seguito dell’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale.
Il consumo di suolo è, quindi, definito come una variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato), derivante, quindi, dalle dinamiche insediative e infrastrutturali.
L’indicatore quantifica le superfici del territorio regionale interessate dal fenomeno del consumo di suolo e la loro dinamica nel tempo.
Se l'uso del suolo rientra tra i maggiori fattori di pressione esercitati dall’uomo sul suolo, ve ne è un tipo che incide in maniera pressoché irreversibile sulle  potenzialità d’uso di questa matrice ambientale. Si tratta dell’insieme degli interventi di urbanizzazione che comportano, in maniera più o meno intensa, la “sigillatura” o l’impermeabilizzazione del suolo. Delle numerose funzioni che il suolo è chiamato a svolgere: produzione di cibo e materie prime, filtro e serbatoio di numerose sostanze, elemento del paesaggio e del patrimonio culturale, piattaforma per lo svolgimento delle attività umane, quest’ultima, se attivata, preclude la possibilità di esercitarne qualsiasi altra, non solo nel presente, ma anche nel futuro. Per questo si ritiene appropriato parlare di perdita o meglio di consumo di suolo.
La sigillatura del suolo, inoltre, produce un notevole squilibrio nel ciclo idrologico di un territorio, rendendone di fatto impermeabili vasti tratti e modificando le modalità di deflusso (aumento dei tempi di corrivazione) e di ricarica delle falde idriche.

Scopo

L'indicatore fornisce un quadro generale del fenomeno del consumo di suolo nel territorio regionale.