Emilia-Romagna
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Consumo di suolo
Descrizione dell'indicatore


Il consumo di suolo è tra i maggiori fattori di pressione esercitati dall’uomo sul suolo. Tale fenomeno comporta la perdita di tale fondamentale risorsa ambientale a seguito dell’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale.
Il consumo di suolo è, quindi, definito come una variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato), derivante, quindi, dalle dinamiche insediative e infrastrutturali.
L’indicatore quantifica le superfici del territorio regionale interessate dal fenomeno del consumo di suolo e la loro dinamica nel tempo.
Se l'uso del suolo rientra tra i maggiori fattori di pressione esercitati dall’uomo sul suolo, ve ne è un tipo che incide in maniera pressoché irreversibile sulle  potenzialità d’uso di questa matrice ambientale. Si tratta dell’insieme degli interventi di urbanizzazione che comportano, in maniera più o meno intensa, la “sigillatura” o l’impermeabilizzazione del suolo. Delle numerose funzioni che il suolo è chiamato a svolgere: produzione di cibo e materie prime, filtro e serbatoio di numerose sostanze, elemento del paesaggio e del patrimonio culturale, piattaforma per lo svolgimento delle attività umane, quest’ultima, se attivata, preclude la possibilità di esercitarne qualsiasi altra, non solo nel presente, ma anche nel futuro. Per questo si ritiene appropriato parlare di perdita o meglio di consumo di suolo.
La sigillatura del suolo, inoltre, produce un notevole squilibrio nel ciclo idrologico di un territorio, rendendone di fatto impermeabili vasti tratti e modificando le modalità di deflusso (aumento dei tempi di corrivazione) e di ricarica delle falde idriche.