Emilia-Romagna
Acque sotterranee Stato quantitativo delle acque sotterranee
Commento

Il monitoraggio quantitativo dei 135 corpi idrici sotterranei dell’Emilia-Romagna nel periodo 2014-2019, evidenzia che 118 corpi idrici sono in stato quantitativo buono, pari al 87,4% (tabella 1; figura 1), e comprendono tutti i corpi idrici montani, i freatici di pianura, le pianure alluvionali e la gran parte delle conoidi alluvionali appenniniche e dei depositi di fondovalle. I restanti 17 corpi idrici, pari al 12,6% del totale, sono in stato quantitativo scarso, e sono rappresentati da alcuni corpi idrici di conoide alluvionale appenninica e depositi di fondovalle.
La superficie totale dei 135 corpi idrici è pari a 35.890 km2, ottenuta facendo la somma della superficie dei corpi idrici che in pianura sono sovrapposti alle diverse profondità (tabella 2; figura 2). In termini di superficie di corpi idrici, la classe buono è rappresentata dal 95,8% della superficie totale e la classe scarso dal restante 4,2%, evidenziando una differenza significativa con la valutazione in termini di numero di corpi idrici, per effetto della diversa estensione che caratterizza i corpi idrici sotterranei.
Considerando il numero dei corpi idrici, lo stato quantitativo evidenzia un miglioramento dello stato “buono”, dal 2010-2013 al 2014-2019, pari a 8,1%, passando rispettivamente dal 79,3% al 87,4%.
Lo stato quantitativo dei corpi idrici freatici di pianura (figura 3) permane nella classe di buono per la pressoché assenza di pozzi ad uso industriale, irriguo e civile, e per il rapporto idrogeologico con i corpi idrici superficiali, sia naturali, sia artificiali, che ne regolano il livello per gran parte dell’anno. Per il freatico costiero non sono stati, al momento, identificati effetti di ingressione del cuneo salino per effetto degli emungimenti, e le attuali fluttuazioni del cuneo salino sono dovute a condizioni naturali, anche estreme, determinate dal clima.
Lo stato quantitativo dei corpi idrici montani risulta in classe “buono” (figura 4), in quanto il prelievo dell’acqua da sorgenti risulta diffuso e non localizzato nei corpi idrici sotterranei montani, inoltre la captazione delle sorgenti avviene nella quasi totalità dei corpi idrici in condizioni non forzate, ovvero non sono presenti, se non sporadicamente, pozzi o gallerie drenanti. Si osserva, invece, nell’ultimo periodo, lo scadimento dello stato quantitativo in 2 corpi idrici di fondovalle (Trebbia-Nure-Arda e Taro-Enza-Tresinaro).
In stato quantitativo “scarso” sono inoltre alcuni corpi idrici di conoide alluvionale appenninica (confinati superiori) della porzione occidentale della regione, da Piacenza a Reggio Emilia, nelle zone dove si concentrano prelievi irrigui, acquedottistici e industriali. Le conoidi nella porzione orientale della regione presentano, invece, un notevole miglioramento dello stato quantitativo rispetto al periodo 2010-2013. Anche lo stato quantitativo dei corpi idrici profondi di pianura (confinati inferiori) (figura 5) risulta, in generale, migliorato nell’ultimo sessennio in modo pressoché generalizzato, anche se meno nella porzione occidentale della regione (Parma e Piacenza); ciò è dovuto in parte alla riduzione dei prelievi, ma, prevalentemente, alle positive condizioni climatiche, che fino al 2016 hanno determinato una maggiore ricarica degli acquiferi, anche se nell’ultimo triennio (2017-2019) si è verificata una riduzione della ricarica naturale che è quasi dimezzata rispetto ai valori medi di lungo periodo nella zona da Piacenza a Reggio Emilia. La conoide confinata inferiore Reno-Lavino, che risultava nel precedente periodo di osservazione (2010-2013) in stato scarso per la presenza di una storica depressione piezometrica, nel triennio 2014-2016 è risultata in forte miglioramento, presentando, per le diverse porzioni di conoide, lo stato quantitativo buono che permane fino al 2019, anche se i livelli dell’ultimo triennio sembra abbiano arrestato la tendenza all’aumento.

NOME DELL'INDICATORE

Stato quantitativo delle acque sotterranee (SQUAS)

DPSIR

S

UNITÀ DI MISURA

Adimensionale

FONTE

Arpae Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALE DATI

Regione

COPERTURA TEMPORALE DATI

2010÷2013, 2014÷2019

LIVELLO DI DETTAGLIO GEOGRAFICO

Regione

AGGIORNAMENTO DATI

Triennale - Sessennale

RIFERIMENTI NORMATIVI

DLgs 152/06, DLgs 30/09

AREE TEMATICHE INTERESSATE

METODI DI ELABORAZIONE DATI

Calcolo della variazione media annua della piezometria (trend piezometria), nel periodo 2002-2019, in ogni singola stazione di monitoraggio di pianura avente una serie storica significativa di dati derivanti sia dal monitoraggio manuale che automatico. Successiva spazializzazione dei trend di piezometria e calcolo del valore medio di trend per ciascun corpo idrico appartenente sia al livello confinato superiore, sia di quello inferiore. E’ stato attribuito il valore di “scarso” stato quantitativo ai corpi idrici che presentano la media del trend di piezometria minore di zero (D. Lgs. 30/09 – Tabella 4 dell’Allegato 3).
Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei freatici di pianura e montani è stato stimato sulla base delle pressioni antropiche presenti e, nel caso di quelli montani, tenendo conto anche delle modalità di captazione delle sorgenti.

Altri metadati
Descrizione

Lo SQUAS (Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee) è un indice che riassume in modo sintetico lo stato quantitativo di un corpo idrico sotterraneo, che si basa sulle misure di livello/portata in relazione alle caratteristiche dell’acquifero (tipologia complesso idrogeologico, caratteristiche idrauliche) e del relativo sfruttamento (pressioni antropiche). Lo SQUAS attribuito a ciascun corpo idrico viene definito in due classi, “buono “ e “scarso”, secondo lo schema del DLgs 30/09 (Tabella 4 dell’Allegato 3). La classe di SQUAS “buono” viene attribuita ai corpi idrici sotterranei nei quali il “livello/portata di acque sotterranee è tale che la media annua dell'estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili”. Di conseguenza, il livello delle acque sotterranee non subisce alterazioni antropiche tali da:

  • impedire il conseguimento degli obiettivi ecologici specificati per le acque superficiali connesse;
  • comportare un deterioramento significativo della qualità di tali acque;
  • recare danni significativi agli ecosistemi terrestri direttamente dipendenti dal corpo idrico sotterraneo.

Inoltre, alterazioni della direzione di flusso risultanti da variazioni del livello possono verificarsi, su base temporanea o permanente, in un'area delimitata nello spazio; tali inversioni non causano tuttavia l'intrusione di acqua salata o di altro tipo né imprimono alla direzione di flusso alcuna tendenza antropica duratura e chiaramente identificabile che possa determinare siffatte intrusioni.

 

Classi di qualità

Giudizio di qualità

Buono

Il livello delle acque sotterranee nel corpo idrico è tale che la media annua dell’estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili.
Di conseguenza, il livello delle acque sotterranee non subisce alterazioni antropiche tali da:
- impedire il conseguimento degli obiettivi ecologici specificati per le acque superficiali connesse;
- comportare un deterioramento significativo della qualità di tali acque;
- recare danni significativi agli ecosistemi terrestri direttamente dipendenti dal corpo idrico sotterraneo.
Inoltre, alterazioni della direzione di flusso risultanti da variazioni del livello possono verificarsi, su base temporanea o permanente, in un’area delimitata nello spazio; tali inversioni non causano tuttavia l’intrusione di acqua salata o di altro tipo né imprimono alla direzione di flusso alcuna tendenza antropica duratura e chiaramente identificabile che possa determinare siffatte intrusioni”.

COLORE VERDE

Scarso

Quando non sono verificate le condizioni di buono stato quantitativo del corpo idrico sotterraneo

COLORE ROSSO

Note: Scala cromatica Direttiva 2000/60/CE

Scopo

Scopo dell’indicatore è quello di evidenziare in modo sintetico le zone sulle quali insiste una criticità ambientale dal punto di vista quantitativo della risorsa idrica sotterranea. Lo SQUAS valuta lo stato quantitativo della risorsa, interpretandolo in termini di equilibrio di bilancio idrogeologico dell’acquifero ovvero della capacità di sostenere sul lungo periodo gli emungimenti (pressioni antropiche) che su di esso insistono in rapporto ai fattori di ricarica. Entrano in gioco in questo caso le caratteristiche intrinseche di potenzialità dell’acquifero, nonché quelle idrodinamiche e quelle legate alle capacità di ricarica, rappresentate per i corpi idrici di pianura dalla tendenza nel tempo che assume il livello piezometrico.
Lo SQUAS descrive pertanto lo stato di sfruttamento e la disponibilità delle risorse idriche sotterranee in un’ottica di sviluppo sostenibile e compatibile con le attività antropiche. Tale indice può essere di supporto per la pianificazione e per una corretta gestione della risorsa idrica, individuando i corpi idrici sotterranei che necessitano di una riduzione progressiva dei prelievi e/o un incremento della ricarica.