Nel 2024, la raccolta differenziata in Emilia-Romagna ha raggiunto 2.351.681 tonnellate, corrispondenti al 79% del totale dei rifiuti urbani prodotti, in aumento rispetto al 2023 (+1,8%). Il trend è rappresentato in figura 1.
La tabella 1 riporta, per il 2024, il dettaglio dei dati a scala provinciale relativi alla raccolta differenziata e indifferenziata e le differenze espresse in percentuale rispetto ai valori 2023.
La tabella 3 riporta le frazioni oggetto di raccolta differenziata, per provincia, nel 2024.
La figura 2 evidenzia, per le principali frazioni merceologiche raccolte nel 2024, il rapporto tra la quota di rifiuti intercettata tramite la raccolta differenziata effettuata dal gestore e la quantità della stessa frazione presente nel rifiuto urbano totale: supera il 90% della resa di intercettazione il verde, il vetro e il legno; superiore al 70% l’intercettazione di umido e carta. Un approfondimento ha evidenziato quanto del materiale presente nell’indifferenziato residuo potrebbe essere teoricamente recuperabile se differenziato correttamente. Si considerano teoricamente recuperabili i quantitativi delle frazioni secche afferenti al circuito CONAI (carta, plastica, metalli, vetro e legno) e delle frazioni organiche (umido e verde) che, se fossero raccolti come richiesto dai rispettivi consorzi, potrebbero entrare nel circuito del recupero. Da questa analisi è emerso che, rispetto al totale di rifiuto urbano prodotto: per la carta, del 25% non ancora raccolto in maniera differenziata, il 13% sarebbe ancora recuperabile, se differenziato correttamente; per la plastica, del 38% non ancora raccolto in maniera differenziata, più della metà (22%) sarebbe ancora teoricamente recuperabile, se differenziato correttamente.
I valori di raccolta differenziata a scala comunale del 2024 (figura 3) confermano le difficoltà dei piccoli comuni dell’Appennino a raggiungere elevati standard di raccolta differenziata, in quanto le specifiche caratteristiche territoriali e abitative rendono più complessa e onerosa l’organizzazione del servizio di raccolta. Le performance migliori di raccolta differenziata si ottengono nell’area di pianura e nei medio/piccoli centri abitati.
La stima del tasso di riciclaggio fa riferimento alla direttiva 2018/851/UE con cui sono stati introdotti nuovi obiettivi per la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio, da conseguirsi entro il 2025 (55%), 2030 (60%) e 2035 (65%). I tre nuovi obiettivi non considerano specifiche frazioni merceologiche, ma si applicano all’intero ammontare dei rifiuti urbani. Ne consegue che non è più prevista una scelta tra più opzioni, ma deve essere adottata un’unica metodologia. La stessa direttiva stabilisce che “il peso dei rifiuti urbani riciclati è misurato all’atto dell’operazione di riciclaggio”. Ne consegue che per alcune particolari tipologie di flussi, come quelli dei rifiuti plastici, le quote avviate a riciclo devono essere decurtate degli scarti generati dalle attività di pre-pulizia a monte delle operazioni di riciclo (per le plastiche stimati intorno al 20%). I nuovi obiettivi e le relative regole di calcolo sono stati recepiti, nell’ordinamento nazionale, dal DLgs 116/2020, che ha introdotto gli obiettivi all’articolo 181 del DLgs 152/2006, ove era già riportato l’obiettivo al 2020 e le regole all’articolo 205-bis. In tabella 2 è riportato il tasso di riciclaggio per singola frazione, rispetto alla produzione totale dei rifiuti. Nel 2024, la percentuale di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio, si attesta al 60% (al di sopra dell’obiettivo previsto al 2025).
