Emilia-Romagna
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Produzione di azoto da effluenti zootecnici
Commento


L’azoto contenuto negli effluenti zootecnici rappresenta da un lato un importante elemento nutritivo per la crescita delle piante, dall’altro un elemento critico rispetto al suo impatto ambientale. Per questo motivo, la quantità e la modalità di distribuzione degli effluenti zootecnici viene regolamentata e monitorata in modo da limitarne la lisciviazione in falda come nitrato, o la volatilizzazione sotto forma ammoniacale. 
A partire dai dati delle consistenze zootecniche presenti (dati BDN e ISTAT per i soli capi avicoli) e grazie all’utilizzo di specifici coefficienti di pressione N/capo ricavati dalla normativa di riferimento, è stato possibile stimare il carico di azoto di origine zootecnica disponibile per i suoli in regione Emilia-Romagna.  
Viste le criticità relative al monitoraggio discontinuo degli equidi, e della loro scarsa incidenza sul territorio regionale, si è scelto di escludere tale specie dal calcolo dell’azoto prodotto. 
Il comparto bovino è il settore che incide maggiormente nel carico di N prodotto dagli effluenti di origine zootecnica in regione. Coerentemente con l’andamento delle consistenze, che, nel 2022, registrano un -2% rispetto all’anno precedente, il carico di N prodotto dal comparto bovini e bufalini diminuisce di c.a. -600 t annue. 
Diversamente, il settore suinicolo, che conta più di 1 milione di capi allevati (il doppio rispetto ai bovini), contribuisce al carico di N prodotto con 8.400 t annue. A seguito della contrazione delle consistenze, in atto già da diversi anni, si stima una diminuzione del -6% dell’N zootecnico prodotto negli ultimi 10 anni e del -2% rispetto al 2021. 
Il grafico in figura 3 riporta, per il periodo 2009–2022, l’andamento del carico di azoto zootecnico prodotto complessivamente dagli allevamenti bovini, bufalini, suinicoli, ovi-caprini ed avicoli. In una prima fase, si evidenzia un progressivo e continuo calo della quantità di azoto prodotta a livello regionale, fino a scendere sotto la soglia delle 49.000 tonnellate nel 2016. A partire dal 2017, si evidenzia un aumento graduale delle quantità di N prodotto (tra 0,5 e 1% ogni anno), tranne che per il 2021, in cui l’incremento è raddoppiato a seguito dell’adeguamento delle consistenze avicole (censimento ISTAT 2020). Per il 2022 si registra una diminuzione sostanziale del carico di N, principalmente legato al calo delle consistenze bovine.