Emilia-Romagna
Prelievi totali acque
Commento

Considerando i prelievi complessivi regionali, il 70% è relativo ad acque superficiali, il 30% ad acquiferi; escludendo il contributo del Po per il settore agricolo, l’incidenza regionale degli emungimenti dalle falde, rispetto alle richieste complessive, supererebbe il 60%.
I confronti di figura 1 sono da leggersi criticamente, prestando attenzione a quali variazioni dei valori di prelievo risultino realmente rappresentative di una evoluzione della domanda idrica dei diversi settori e dei relativi approvvigionamenti e quali, invece, siano in realtà riferibili a distorsioni connesse alle diverse caratteristiche/metodologie di valutazione; tali aspetti sono infatti spesso diversi nei differenti lavori dai quali sono tratti i dati, in relazione alle progressive modifiche delle modalità di valutazione dei prelievi, notevolmente legate alle caratteristiche/alla completezza dei dati che sono stati resi disponibili di volta in volta per l’analisi. Si possono al riguardo ritenere maggiormente confrontabili i volumi dal 2000 in poi.
La figura 3 propone il confronto tra i prelievi ottenuti per i differenti usi, considerando separatamente, sia gli attingimenti dalle acque superficiali, che gli emungimenti; si può osservare che a Piacenza, Parma e Rimini i prelievi di acque di falda sono significativamente maggiori di quelli superficiali; per le prime 2 si tratta in effetti delle provincie emiliane che meno usufruiscono delle acque di Po, mentre per l’ultima, se si esclude in parte il Marecchia, i corsi d’acqua presenti sono piccoli, con deflussi esigui e fortemente intermittenti. Gli ingenti prelievi irrigui (da Po) a Ferrara sono legati oltre che agli impieghi sulla provincia, al rifornimento del CER.
La tabella 1 esplicita il totale dei prelievi provinciali, per i differenti usi, considerando la somma dei quantitativi prelevati dalle acque superficiali e sotterranee. A livello di uso, l’agricolo copre i 2/3 dei prelievi complessivi, il civile meno di 1/4, l’industriale meno di 1/10, con quest’ultimo che si rifornisce in misura rilevante anche dal settore civile; le stime per zootecnia e piscicoltura arrivano insieme al 4% del totale.
In termini di ripartizione provinciale, le province emiliane da Piacenza a Bologna incidono tra l’8 e l’11%, Ferrara, per quanto già sopra esposto, per il 42%, Ravenna e Forlì-Cesena attorno al 4%, Rimini per meno del 2%. 
La tabella 2, per provincia e per i diversi settori di uso, riporta il confronto tra i volumi di prelievo complessivi (superficiali e sotterranei) recenti e quelli stimati in precedenza, con riferimento al 2010 (questi ultimi sono tratti dall’Allegato 2 - Bilanci Idrici, alla DGR n. 1781/2015). A livello regionale, l’agricolo, il civile e lo zootecnico appaiono stabili, mentre si stima un ulteriore decremento per il settore industriale, in trend discendente da diversi decenni. Il confronto non considera la piscicoltura, in quanto non esisteva una equivalente valutazione per il 2010.

NOME DELL'INDICATORE

Prelievi totali acque (superficiali e sotterranee)

DPSIR

P

UNITÀ DI MISURA

Metri cubi

FONTE

Arpae Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALE DATI

Regione

COPERTURA TEMPORALE DATI

Dato medio 2016-2019, intervallo diverso a seconda dei settori di impiego

LIVELLO DI DETTAGLIO GEOGRAFICO

Provincia, bacino imbrifero

AGGIORNAMENTO DATI

Sessennale

RIFERIMENTI NORMATIVI

Direttiva 2000/60/CE; DLgs 152/2006

AREE TEMATICHE INTERESSATE

METODI DI ELABORAZIONE DATI

Diversi per i differenti settori:

- civile (acquedottistica) – da dati misurati;
- industriale – in parte da dati presenti nelle AIA (autorizzazione integrata ambientale), in parte da stime;
- agricolo (irriguo) – da stime basate su schematizzazioni modellistiche di impiego tarate sui dati misurati, ove disponibili;
- zootecnico – da stime legate al numero di capi o al peso vivo;
- ittico – da stime basate sulle concessioni di approvvigionamento e sull’estensione degli allevamenti.

Altri metadati
Descrizione

I prelievi idrici sono una necessità assoluta per i diversi settori di approvvigionamento: il civile, per il consumo umano e gli usi igienico sanitari; l’agricolo, per le necessità irrigue tardo primaverili-estive di molte colture; lo zootecnico, per il consumo animale e per la pulizia degli alloggiamenti; l’industriale, per molti processi che non potrebbero avvenire senza l’impiego di acqua; l’ittico, per la vita stessa delle specie allevate.

Scopo

La quantificazione dei prelievi totali evidenzia il grado di sfruttamento della risorsa idrica naturalmente presente.
Per le acque superficiali il dato di sintesi migliore è per bacino idrografico, per quelle sotterranee è per acquifero; il volume per bacino imbrifero, per l’insieme delle acque superficiali e sotterranee, considerando anche gli emungimenti dagli acquiferi planimetricamente sottostanti, è utile a dare un quadro complessivo che esula dagli ambiti amministrativi.