Emilia-Romagna
Nitrati in acque sotterranee
Commento

Nel 2023, il monitoraggio dei nitrati nelle acque sotterranee ha riguardato 529 stazioni, distribuite nei corpi idrici di pianura. Il 92,3% delle stazioni ha una concentrazione media al di sotto del limite dei 50 mg/l, mentre le restanti 6,2% e 1,5% sono rispettivamente comprese nella classe 50-80 mg/l e in quella maggiore di 80 mg/l. Le stazioni con elevate concentrazioni, oltre i limiti di legge, sono ubicate nelle conoidi alluvionali appenniniche (32 stazioni) e negli acquiferi freatici di pianura (7 stazioni). Non è invece significativa la presenza di nitrati nei corpi idrici di pianura alluvionale padana, dove due sole stazioni presentano superamenti. Infatti, i corpi idrici di pianura alluvionale appenninica e padana risultano meno vulnerabili all’inquinamento, caratterizzati da acque mediamente più antiche e da condizioni chimico-fisiche prevalentemente riducenti, dove i composti di azoto si ritrovano naturalmente nella forma di ione ammonio. Eventuale presenza di nitrati in questi corpi idrici è da attribuire a situazioni localizzate. 
Gli acquiferi freatici di pianura sono, al contrario, caratterizzati da elevata vulnerabilità, avendo spessore medio di circa 10 m ed essendo in relazione diretta con corsi d’acqua e canali superficiali per tutta la pianura, oltre che con il mare nella zona costiera. Anche le aree di conoide alluvionale sono caratterizzate da elevata vulnerabilità; esse sono, infatti, la sede di ricarica diretta degli acquiferi più profondi e le condizioni chimico-fisiche sono prevalentemente ossidanti, permettendo la stabilità chimica dello ione nitrato nell’ambiente idrico sotterraneo.
Nelle conoidi, la presenza di nitrati è stata analizzata anche nelle sue 3 porzioni, che costituiscono altrettanti corpi idrici: libera, confinata superiore e confinata inferiore. Le situazioni di maggiore compromissione sono quelle di contestuale presenza di nitrati oltre i limiti di legge nelle diverse porzioni, o in presenza di un incremento di concentrazione dalla porzione libera a quelle confinate, in particolare quella inferiore. Le conoidi maggiormente impattate dalla presenza di nitrati, nell’anno 2023, sono quelle emiliane, in particolare nella porzione libera di conoide del Nure, Trebbia, Luretta, Arda, Stirone, Taro, Parma, Baganza, Enza, Secchia, Tiepido e Panaro, mentre si riscontrano superamenti anche nella porzione confinata superiore dell’Arda e delle conoidi modenesi (Secchia, Tiepido e Panaro). Tra le conoidi bolognesi e romagnole si riscontrano superamenti di nitrati generalmente nelle porzioni libere, come nel caso del Santerno, Reno, Lavino e Marecchia e nelle porzioni confinate superiori di Senio, Lamone, Montone e Ronco. L’evoluzione temporale della concentrazione dei nitrati nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei dal 2014 al 2023 evidenzia una leggera tendenza alla diminuzione nei corpi idrici freatici di pianura e nelle conoidi alluvionali

NOME DELL'INDICATORE

Nitrati in acque sotterranee

DPSIR

S

UNITÀ DI MISURA

Milligrammi/litro

FONTE

Arpae Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALE DATI

Regione

COPERTURA TEMPORALE DATI

2014-2023

LIVELLO DI DETTAGLIO GEOGRAFICO

Regione

AGGIORNAMENTO DATI

Annuale

RIFERIMENTI NORMATIVI

DLgs 152/06, DLgs 30/09, DM 6/7/2016

AREE TEMATICHE INTERESSATE

METODI DI ELABORAZIONE DATI

Valore medio del periodo

 

Altri metadati
Descrizione

La concentrazione nelle acque sotterranee dell’azoto nitrico dipende dall’entità delle pressioni antropiche sia di tipo diffuso, come l’uso di fertilizzanti azotati in agricoltura o lo spandimento di reflui zootecnici, sia di tipo puntuale, come le potenziali perdite da reti fognarie, ma anche gli scarichi puntuali di reflui urbani e industriali. La presenza di nitrati nelle acque sotterranee, ma soprattutto la loro eventuale tendenza all’aumento nel tempo, costituisce uno degli aspetti piu preoccupanti dell’inquinamento delle acque sotterranee. I nitrati sono infatti ioni molto solubili, difficilmente immobilizzabili dal terreno, che percolano facilmente nel suolo raggiungendo gli acquiferi, in particolare quelli non confinati. Il limite nazionale sulla presenza di nitrati nelle acque sotterranee è pari a 50 mg/l, stabilito dal DLgs 30/09 di recepimento della Direttiva europea 2006/118/CE che a sua volta modifica il DLgs 152/06. Il limite di 50 mg/l coincide con il limite delle acque destinate al consumo umano.

Scopo

Individuare le acque sotterranee maggiormente compromesse dal punto di vista qualitativo per cause antropiche. La concentrazione di nitrati è uno dei principali parametri per la definizione della classe di stato chimico delle acque sotterranee, che si riflette poi sullo stato complessivo della risorsa. È un indicatore importante anche per individuare e indirizzare le azioni di risanamento da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione della risorsa idrica e consente poi, di monitorare gli effetti di tali azioni, al fine di verificarne il perseguimento degli obiettivi di qualità ambientale. È inoltre utile per orientare e ottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei.