Emilia-Romagna
Radioattività Dose efficace media individuale e collettiva in un anno
Commento

La figura 1 evidenzia l’andamento negli anni 1986-2022 delle stime di dose efficace per ingestione di alimenti che hanno presentato valori di contaminazione da radionuclidi artificiali superiori ai limiti di rilevabilità (nel 2022 carne e alcuni prodotti ortofrutticoli), nell’ambito dell’attività della rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale. Si nota il raggiungimento di una situazione di stazionarietà a 6-7 anni dall’incidente di Chernobyl, con valori inferiori a 0,001 mSv per le tre classi di età di suddivisione della popolazione (lattanti, bambini e adulti), ovvero inferiori di tre ordini di grandezza rispetto al limite stabilito dalla normativa nazionale per le persone del pubblico.
Il Servizio di Sanità Pubblica della Regione Emilia-Romagna ha eseguito una valutazione delle esposizioni per scopi medico-diagnostici (esami di Radiografia Proiettiva, di TC e di Medicina Nucleare) a radiazioni ionizzanti con riguardo alla popolazione regionale, basata su dati relativi all'anno 2013: la stima della dose efficace individuale assorbita è pari a 1.5 mSv/anno. La dose efficace collettiva alla popolazione regionale (4.452.782 abitanti nel 2013) è stimata pari a 6.763 Sv persona.
Il principale contributo alla dose annuale alla popolazione emiliano-romagnola è sicuramente costituito dalla radioattività naturale, in riferimento al radon. L’indagine nazionale sulla radioattività naturale nelle abitazioni, condotta in Emilia-Romagna negli anni 1989-1990, ha consentito di stimare la dose efficace annua individuale da esposizione al radon e suoi prodotti di decadimento e alla radiazione gamma e cosmica, pari rispettivamente a 2,3 e 0,4 mSv/anno.
Va comunque sottolineato che la ricognizione relativa all’indicatore è parziale, in quanto non sono stimati tutti i contributi alla dose efficace per la popolazione emiliano-romagnola (ad esempio la stima per irraggiamento da radionuclidi artificiali).
La tabella 1 riporta le stime dei principali contributi, sia di origine naturale che artificiale, alla dose efficace media individuale in un anno, per la popolazione italiana; tali stime possono essere estrapolate (in quanto a ordine di grandezza), relativamente alle componenti non quantificate, alla popolazione emiliano-romagnola.

NOME DELL'INDICATORE

Dose efficace media individuale e collettiva in un anno (radioattività di origine naturale e antropica)

DPSIR

I

UNITÀ DI MISURA

Millisievert/anno, man-Sievert/anno

FONTE

Arpae Emilia-Romagna, ISIN

COPERTURA SPAZIALE DATI

Regione

COPERTURA TEMPORALE DATI

1986-2022

LIVELLO DI DETTAGLIO GEOGRAFICO

Regione

AGGIORNAMENTO DATI

Quinquennale (a meno di incidenti gravi che comportino incrementi di esposizione non trascurabili e ulteriori specifiche quantificazioni dei diversi contributi alla dose)

RIFERIMENTI NORMATIVI

DLgs 101/2020 e s.m.i.

AREE TEMATICHE INTERESSATE

METODI DI ELABORAZIONE DATI

Altri metadati
Descrizione

La dose efficace media individuale in un anno (denominata anche dose efficace) rappresenta una stima dell’esposizione alla radioattività di ciascun membro della popolazione o dell’intera popolazione presa in esame, dovuta ai diversi contributi di origine naturale e antropica. Essa è anche una grandezza con cui si valuta il rischio, per gli individui e per la popolazione, di effetti avversi.
La normativa italiana di riferimento, ovvero il DLgs 101/2020, che sostituisce il DLgs 230/95 e s.m.i., fissa un limite di dose efficace per le persone del pubblico, pari a 1 mSv/anno, per le attività che comportano l’uso di materiali radioattivi, e livelli di azione pari a 0,3 mSv/anno, per gruppi di popolazione esposti a seguito di attività lavorative con materiali normalmente considerati non radioattivi, ma che contengono radionuclidi di origine naturale in quantità non trascurabile (NORM). L’art. 168 “Valutazione delle dosi alla popolazione e audit clinici” del DLgs 101/2020 richiede che le Regioni provvedano a valutare le esposizioni a scopo medico, con riguardo alla popolazione regionale, e che tale valutazione sia effettuata periodicamente e inviata al Ministero della Salute.

Scopo

Stimare i contributi delle fonti di esposizione alla radioattività (di origine naturale e antropica) della popolazione.