Emilia-Romagna
Aria Concentrazione media annua di PM10
Commento

 

Nel 2023, il valore limite della concentrazione media annuale per il PM10 (40 µg/m3è stato rispettato in tutte le 43 stazioni della rete di monitoraggio regionale. 



NOME DELL'INDICATORE

Concentrazione media annua di particolato grossolano (PM10)

DPSIR

S

UNITÀ DI MISURA

Microgrammi/metro cubo

FONTE

Arpae Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALE DATI

Regione

COPERTURA TEMPORALE DATI

2002-2023

LIVELLO DI DETTAGLIO GEOGRAFICO

Regione

AGGIORNAMENTO DATI

Annuale

RIFERIMENTI NORMATIVI

Dir 2008/50/CE
DLgs 155/2010 e ss. mm. ii.

AREE TEMATICHE INTERESSATE

METODI DI ELABORAZIONE DATI

L'indicatore descrive l'andamento delle concentrazioni di PM10 in aria, misurate dalle stazioni della rete di monitoraggio regionale negli ultimi anni. Le concentrazioni medie annuali sono calcolate per ciascuna stazione. L'indicatore è poi aggregato su base regionale, con una forma grafica (box-and-whiskers) che illustra la distribuzione delle concentrazioni medie annue per ciascuna tipologia di stazione (traffico, fondo urbano/suburbano, rurale). Inoltre, l'indicatore è anche stimato su una griglia regolare che copre il territorio regionale con una risoluzione di 1km. Tale stima integra, con tecniche geostatistiche (kriging con variabili esterne), le valutazioni di un modello di trasporto, dispersione e trasformazione chimica con i dati rilevati dalle stazioni di fondo.

Altri metadati
Descrizione

L’indicatore descrive la variazione della concentrazione media annuale in aria del particolato grossolano PM10.
Le polveri rappresentano la frazione solida del particolato atmosferico, che comprende anche particelle liquide. Il particolato è costituito da diverse sostanze, di natura organica e inorganica, sospese nell'aria e aventi dimensioni microscopiche. 
Il PM10 è definito come il materiale particolato con un diametro aerodinamico medio inferiore a 10 micron (1 μm = 1 millesimo di millimetro) e risulta inalabile. Esso è originato sia per emissione diretta (particelle primarie), sia per reazione nell’atmosfera di composti chimici quali ossidi di azoto e zolfo, ammoniaca e composti organici (particelle secondarie). 
Le sorgenti primarie del particolato possono essere antropiche e naturali. Le fonti antropiche sono riconducibili principalmente ai processi di combustione, quali: emissioni da traffico veicolare, utilizzo di combustibili (carbone, olii, legno, rifiuti, rifiuti agricoli), emissioni industriali (cementifici, fonderie, miniere). Le fonti naturali, invece, sono sostanzialmente: aerosol marino, suolo risollevato e trasportato dal vento, aerosol biogenico, incendi boschivi, emissioni vulcaniche ecc.
La componente di origine secondaria deriva da reazioni chimico-fisiche che avvengono in atmosfera, a partire da inquinanti precursori come l’ammoniaca (NH3), emessa principalmente dalle attività agricole e zootecniche, gli ossidi di azoto (NOx), dovuti alla combustione (nei motori, nelle industrie e negli edifici), i composti organici volatili (COV), riconducibili principalmente all’uso di solventi.
Viene presentata la distribuzione (mediana, massimo, minimo e percentili) per ogni anno e per ciascuna tipologia di stazione (traffico, fondo urbano/suburbano, rurale), nonché la distribuzione territoriale (mappe) della concentrazione media annuale.

 

 

Scopo

Visualizzare le medie annuali delle concentrazioni in aria di particolato fine (PM10) e valutarne la variazione interannuale e la distribuzione territoriale in relazione ai valori limite dettati dalla normativa vigente.