Emilia-Romagna
Suolo
Sintesi


SUOLO
Le pressioni esercitate sui suoli dipendono in modo significativo dagli usi in essere e dagli indirizzi di pianificazione che ne orientano le modalità di gestione. I dati relativi alle dinamiche d’uso dei suoli regionali segnalano una progressiva, lenta diminuzione dei territori agricoli e un contemporaneo costante aumento dei territori artificializzati. Tale fenomeno costituisce la forma di degradazione del suolo più evidente e facilmente percepibile. Considerata l’estensione dei  territori agricoli, che costituiscono circa il 60% della superficie regionale; va segnalato che la qualità dei nostri suoli è a tutt’oggi fortemente condizionata dalla gestione agricola.
Il sostegno alle produzioni biologiche e/o integrate, attuato con il PSR 2007-2013 e proseguito nella programmazione 2014-2020, ha favorito una riduzione nell’utilizzo di prodotti di sintesi, in particolare di prodotti fitosanitari (circa -1,8%, come principi attivi e -1,1% come formulati, nel periodo 2003-2023), che indirettamente apportano al suolo sostanze inquinanti. Anche se le superfici interessate da azioni specifiche per contrastare la riduzione di sostanza organica nel suolo e l’erosione idrica e migliorare la fertilità agronomica e biologica sono ancora limitate (si tratta comunque di 234.000 ettari, corrispondente al 22% della SAU regionale), è opportuno considerare anche tutti gli altri interventi agroambientali che concorrono al medesimo obiettivo. In quest'ottica, complessivamente la superficie coinvolta rappresenta il 94% del totale del PSR.
Il quantitativo complessivo dei principali tipi di fertilizzanti (concimi + ammendanti + correttivi) venduto in regione nel 2023 è risultato pari a 750.000 tonnellate. L’andamento delle vendite è altalenante, per via delle dinamiche di mercato; nel 2023, si registra un aumento della quota di concimi venduti (+40%) ed una diminuzione della quota di ammendanti (-30%) rispetto all’anno precedente. 
Inoltre, nel 2024, sono state utilizzate in Emilia-Romagna 39.992 tonnellate di fanghi (sostanza secca), in diminuzione rispetto al 2023 (-6%). Tale diminuzione è attribuibile, prevalentemente, alla provincia di Ravenna (-19%) e Piacenza (-12%). Si sottolinea, tuttavia, che il 62,3% dei fanghi utilizzati in agricoltura in Emilia-Romagna proviene dalla depurazione di acque dell’agroindustria; si tratta pertanto di filiere produttive intrinsecamente più sicure dal punto di vista del potenziale inquinante. Le superfici interessate allo spandimento dei fanghi prodotti nel 2024 sono risultate pari a 9.036 ettari confermando il trend in diminuzione di questi ultimi anni, -6% rispetto al 2023. 

 

SITI CONTAMINATI
I siti contaminati in Anagrafe, al 31 dicembre 2024, sono complessivamente 1.395 (1.388 sono Siti di Interesse Regionale e 7 sono Siti di Interesse Nazionale), dei quali il 16,5% sono siti potenzialmente contaminati, il 30,0% sono siti che, a valle della caratterizzazione o dell’analisi di rischio, sono risultati non contaminati, il 19,6% sono siti contaminati o siti in corso di bonifica e il restante 33,9% è costituito da siti bonificati o in monitoraggio post bonifica.
Le sostanze contaminanti presenti nei siti contaminati sono rappresentate dagli idrocarburi, soprattutto pesanti (C>12). Seguono alcuni idrocarburi aromatici leggeri della famiglia dei BTEX (principalmente benzene) e metalli (in particolare piombo).
Le principali matrici coinvolte sono il suolo, da intendersi nella sua accezione più ampia e cioè come terreno/matrice solida e non come suolo superficiale (inferiore a 1 metro di terreno), e le acque sotterranee; risulta marginale, invece, la contaminazione di acque superficiali.

 

Torna indietro