Emilia-Romagna
Suolo
Sintesi


SUOLO
Le pressioni esercitate sui suoli dipendono in modo significativo dagli usi in essere e dagli indirizzi di pianificazione che ne orientano le modalità di gestione. I dati relativi alle dinamiche d’uso dei suoli regionali segnalano una progressiva, lenta diminuzione dei territori agricoli e un contemporaneo costante aumento dei territori artificializzati. Tale fenomeno costituisce la forma di degradazione del suolo più evidente e facilmente percepibile. Considerata l’estensione dei  territori agricoli, che costituiscono circa il 60% della superficie regionale; va segnalato che la qualità dei nostri suoli è a tutt’oggi fortemente condizionata dalla gestione agricola.
Il sostegno alle produzioni biologiche e/o integrate, attuato con il PSR 2007-2013 e proseguito nella programmazione 2014-2020, ha favorito una riduzione nell’utilizzo di prodotti di sintesi, in particolare di prodotti fitosanitari (circa -3%, come principi attivi e -2% come formulati, nel periodo 2003-2017), che indirettamente apportano al suolo sostanze inquinanti. Anche se le superfici interessate da azioni specifiche per contrastare la riduzione di sostanza organica nel suolo e l’erosione idrica e migliorare la fertilità agronomica e biologica sono ancora limitate (si tratta comunque di 234.000 ettari, corrispondente al 22% della SAU regionale), è opportuno considerare anche tutti gli altri interventi agroambientali che concorrono al medesimo obiettivo. In quest'ottica, complessivamente la superficie coinvolta rappresenta il 94% del totale del PSR.
Il quantitativo complessivo dei principali tipi di fertilizzanti (concimi + ammendanti + correttivi) venduto in regione nel 2022 è risultato pari a 690 mila tonnellate, in calo rispetto all'anno precedente (-16%), a causa, in particolare, del crollo della vendita dei concimi (-37% rispetto all'anno precedente), che registrano il valore più basso degli ultimi vent'anni.
Tuttavia, da un’analisi di lungo periodo, sottolineando l’andamento sinusoidale dei quantitativi venduti, legato, in particolare, all’andamento dei prezzi di mercato, negli ultimi decenni, si rileva la crescita tendenziale delle vendite di fertilizzanti, legato, soprattutto, alle quote di ammendanti e correttivi.
Inoltre, nel 2023, sono state utilizzate in Emilia-Romagna 42.462 tonnellate di fanghi (sostanza secca), in diminuzione rispetto al 2022 (-13%). Tale diminuzione è attribuibile, prevalentemente, alla provincia di Bologna (-33%) e Ferrara (-16%). Si sottolinea, tuttavia, che il 65,4% dei fanghi utilizzati in agricoltura in Emilia-Romagna proviene dalla depurazione di acque dell’agroindustria; si tratta pertanto di filiere produttive intrinsecamente più sicure dal punto di vista del potenziale inquinante. Le superfici interessate allo spandimento dei fanghi prodotti nel 2023 sono risultate pari a 9.578 ettari, in netto calo rispetto a quanto registrato nel 2022 (-17,7%). 
Si sottolinea, inoltre che in regione Emilia-Romagna, nel 2023, il 65,4% dei fanghi utilizzati in agricoltura proviene dalla depurazione di acque dell’agroindustri; si tratta pertanto di filiere produttive intrinsecamente più sicure dal punto di vista del potenziale inquinante.


 

SITI CONTAMINATI
I siti contaminati in Anagrafe, al 31 dicembre 2023, sono complessivamente 1.312 (1.305 sono Siti di Interesse Regionale e 7 sono Siti di Interesse Nazionale), dei quali il 16,5% sono siti potenzialmente contaminati, il 29,0% sono siti che, a valle della caratterizzazione o dell’analisi di rischio, sono risultati non contaminati, il 21,2% sono siti contaminati o siti in corso di bonifica e il restante 33,4% è costituito da siti bonificati o in monitoraggio post bonifica.
Le sostanze contaminanti presenti nei siti contaminati sono rappresentate dagli idrocarburi, soprattutto pesanti (C>12). Seguono alcuni idrocarburi aromatici leggeri della famiglia dei BTEX (principalmente benzene) e metalli (in particolare piombo).
Le principali matrici coinvolte sono il suolo, da intendersi nella sua accezione più ampia e cioè come terreno/matrice solida e non come suolo superficiale (inferiore a 1 metro di terreno), e le acque sotterranee; risulta marginale, invece, la contaminazione di acque superficiali.

 

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