Emilia-Romagna
Rischio sismico
Sintesi


I forti terremoti hanno sempre pesanti ricadute per le comunità.
Le attuali conoscenze permettono di sapere dove e con che modalità avverrà un terremoto ma non, con la necessaria attendibilità, quando. La previsione dei terremoti non è quindi un traguardo conseguibile in tempi brevi. Al giorno d’oggi la riduzione del rischio sismico va dunque affrontata con la prevenzione.
Il rischio sismico dipende da varie componenti:
- la pericolosità sismica (sismicità e condizioni geologiche locali);
- la vulnerabilità, o qualità, delle costruzioni;
- l’esposizione (distribuzione della popolazione, dei centri abitati, delle attività socio-economiche, dei beni);
- la resilienza (capacità di reazione della comunità all’evento).
L’Emilia-Romagna è una regione soggetta ad una sismicità piuttosto frequente e di media intensità; è stata infatti più volte interessata da terremoti di magnitudo stimata 6 che hanno causato effetti di intensità macrosismica anche maggiori del VIII grado. Sebbene la pericolosità sismica non sia particolarmente elevata, e minore di quella di altre regioni italiane, l’alta concentrazione di centri abitati, attività, beni artistici e culturali rendono l’Emilia-Romagna una regione ad elevato rischio sismico.
L’analisi degli effetti dei terremoti, sia storici che recenti, indica che il fattore che più incide sull’entità dei danni è la qualità delle costruzioni e che anche la capacità di ritorno alla normalità è fortemente condizionata da questa componente: a fronte di un terremoto di modesta energia, costruzioni scadenti possono comportare danni gravi e diffusi e, conseguentemente, un lungo periodo per la ripresa delle attività.
Attualmente in Emilia-Romagna sono disponibili numerosi dati e dettagliate analisi della pericolosità sismica e dell’esposizione, mentre è necessario approfondire le conoscenze sulla vulnerabilità urbana.

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