Emilia-Romagna
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Tessitura del suolo
Commento


La figura 1 illustra la distribuzione dei suoli sulla pianura emiliano-romagnola in base alla classe tessiturale USDA dominante dello strato 0-30 cm. La classe più diffusa è la franco argilloso limosa, seguono la franco limosa, l'argilloso limosa e la franca. Le classi sabbiosa e sabbioso franca sono di fatto limitate solo all’ambiente costiero.
La distribuzione dell’argilla (figura 2) bene descrive i principali ambienti che caratterizzano la pianura emiliano-romagnola. Suoli con un contenuto di argilla <18% ed un elevato contenuto di sabbia caratterizzano gli ambienti costieri, della pianura deltizia del fiume Po e i dossi dei fiumi appenninici della Romagna. Suoli con argilla <27% e un basso contenuto di sabbia sono diffusi su conoidi e terrazzi della pianura pedemontana piacentina. I suoli con contenuto di argilla superiore al 27% sono di gran lunga i più diffusi e rappresentando circa il 63% della superficie totale. Sono presenti nelle ex-valli della pianura alluvionale, nelle aree più depresse della piana a meandri del Po, nella piana deltizia in aree di palude salmastra bonificate e lungo il margine appenninico. Considerando che l’argilla dei suoli regionali è dinamica e ricca di elementi minerali, l’elevato contenuto ne rappresenta un fatto estremamente positivo, anche in relazione alla citata capacità di trattenere l’acqua e alcune molecole inquinanti (ad es. i metalli pesanti).
Il contenuto di sabbia (figura 3) dei suoli della pianura è generalmente medio-basso, con valori molto elevati solo in ambito costiero. Altri ambienti in cui è possibile trovare suoli sabbiosi sono la piana a meandri recente del fiume Po e i dossi e le rotte dei fiumi romagnoli (a partire dal Reno). In Emilia i suoli sabbiosi, con l’eccezione delle zone del Po, sono praticamente inesistenti. Si possono riscontrare sporadicamente sui terrazzi recenti a prevalente componente ghiaiosa e su alcune rotte dei fiumi appenninici.
Il contenuto di limo (figura 4) dei suoli della pianura è generalmente alto (>45%, mediamente oltre il 50%). Valori molto elevati (>60%) si riscontrano nell’alta pianura piacentina e parmense, nella pianura alluvionale recente dei fiumi emiliani (specialmente Taro, Stirone, Enza) e, in modo più sporadico, sui dossi dei fiumi romagnoli. Bassi valori si riscontrano nei suoli sabbiosi della costa e nelle valli alluvionali con valori molto elevati di argilla. L’elevato contenuto di limo influenza le proprietà idrauliche dei suoli, determinando valori mediamente più elevati di densità apparente rispetto ai valori riscontrati in letteratura (Ungaro, 2009).
Lo scheletro (figura 5) nei suoli della pianura risulta generalmente non presente. Fanno eccezione le grandi conoidi dei fiumi appenninici, quali ad esempio Trebbia, Nure, Taro, Enza ed i terrazzi intra-appenninici più recenti, dove la ghiaia è presente sporadicamente in superficie. In ogni caso il quantitativo di scheletro, anche quando è presente in superficie, si assesta comunque su valori bassi (in genere < 5%), con poche eccezioni.