Emilia-Romagna
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Stato chimico delle acque sotterranee
Commento


Il monitoraggio chimico dei 135 corpi idrici sotterranei dell’Emilia-Romagna, effettuato nel periodo 2020-2022, evidenzia che 115 corpi idrici sono in stato chimico buono, pari al 85,2% del totale (tabella 1; figura 1), e comprendono i corpi idrici montani, i profondi di pianura alluvionale, gran parte dei depositi di fondovalle e di conoide alluvionale. I restanti 20 corpi idrici, pari al 14,8% del totale, sono in stato chimico scarso, in cui vi sono 17 corpi idrici di conoide alluvionale appenninica, 2 dei depositi di fondovalle e 1 dei freatici di pianura.
La superficie totale dei 135 corpi idrici è pari a 35.890 km2, ottenuta facendo la somma della superficie dei corpi idrici che in pianura sono sovrapposti alle diverse profondità (tabella 2; figura 2). In termini di superficie di corpi idrici, la classe buono è rappresentata dal 72.1% della superficie totale e il restante 27.9% dalla classe scarso. La differenza di valutazione tra numero e superficie di corpi idrici è determinata dallo stato scarso di alcuni corpi idrici di grande estensione areale - ad esempio il freatico di pianura.
Considerando il numero dei corpi idrici, lo stato chimico evidenzia un miglioramento dello stato “buono”, dal 2014-2019 al 2020-2022, pari a 6,7%, passando rispettivamente dal 78,5% all’85,2%.
Il corpo idrico freatico di pianura fluviale permane in stato chimico “scarso” (figura 3), essendo caratterizzato dall’assenza di confinamento idrogeologico e pertanto risulta molto vulnerabile alle numerose pressioni antropiche presenti in pianura, dove i principali impatti sono determinati dalla presenza di composti di azoto, solfati, arsenico, e altri parametri riconducibili a salinizzazione delle acque, mentre in alcuni punti, quindi a scala locale e non per l’intero corpo idrico, sono critici anche fitofarmaci, in particolare Bentazone, Glifosate e Molinate. A differenza del sessennio 2014-2019, nell’ultimo triennio il freatico di pianura costiero risulta in stato chimico “buono” grazie alla determinazione dei valori di fondo naturale di cui si è tenuto conto, come accennato in precedenza, nella valutazione dei superamenti dei singoli parametri per ogni stazione di monitoraggio.
Lo stato chimico “scarso” nei due corpi idrici di fondovalle (Secchia e Senio-Savio) è determinato dalla presenza di composti di azoto, solfati, salinizzazione delle acque e triclorometano. I parametri critici per i corpi idrici di conoide alluvionale in stato “scarso”, in particolare le porzioni libere e confinate superiori di conoide e in alcuni casi le porzioni confinate inferiori, sono invece composti di azoto, solfati, boro e organo alogenati, in particolare il triclorometano.
I corpi idrici più profondi (confinati inferiori di pianura), a parte alcune porzioni profonde e confinate di conoide, risultano in stato chimico “buono”, seppure la qualità non risulta idonea per usi pregiati per via della presenza naturale di sostanze chimiche, ad esempio composti di azoto, arsenico, boro e cloruri, che sono naturalmente presenti negli acquiferi e per i quali sono stati determinati i rispettivi valori di fondo naturale.
L’evoluzione dello stato chimico dal 2014-2019 al 2020-2022 evidenzia un miglioramento dello stato chimico “buono” del 6,7% del numero dei corpi idrici, determinato prevalentemente dalla definizione dei valori di fondo naturale, in particolare nel freatico costiero, naturalmente caratterizzato dalla presenza di fenomeni di salinizzazione per ingressione stagionale del cuneo salino.