Emilia-Romagna
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Qualità biologica del suolo
Commento


Tra il 2015 e il 2017 la Regione Emilia-Romagna ha svolto un’attività di raccolta ed analisi dei microartropodi edafici per la definizione dell’indice QBS-ar su 58 siti di pianura e di collina, scelti in funzione della rappresentatività pedologica e dell’uso agricolo del suolo (gestione agricola ordinaria). Tale attività ha dato avvio alla caratterizzazione biologica dei suoli regionali e ad una prima definizione di classi di qualità biologica dei suoli ad uso agricolo (classi non ancora definite e condivise a livello di comunità scientifica).
Il monitoraggio della qualità dei suoli agricoli, finanziato dal PSR 2014-2020, che ha come obiettivo la valutazione dell’efficacia di alcune misure agroambientali (produzione integrata, biologico, incremento della sostanza organica e agricoltura conservativa), darà modo di valutare in modo più esteso lo stato qualitativo dei suoli agricoli regionali e permetterà la validazione delle classi di qualità proposte (vedi tabella 1).
Le pratiche agronomiche ed in particolare la gestione del suolo incidono in maniera predominante sui valori di QBS_ar. Le lavorazioni annuali a cui sono sottoposti i seminativi costituiscono il maggior fattore di disturbo sulla pedofauna, i valori di QBS-ar di questa categoria sono infatti significativamente più bassi di tutte le altre categorie di uso del suolo (figura 1 e tabella 1); i frutteti e vigneti hanno, invece, valori del tutto paragonabili ai prati (in questo studio si tratta di prati sottoposti a gestione agricola e non comprendono i prati naturali di alta quota dell’Appennino), in virtù del fatto che i siti campionati erano tutti gestiti con inerbimento tra le fila, a conferma del carattere conservativo della non lavorazione del suolo.