Come riportato in tabella 1 e illustrato alla mappa di figura 1, all’anno 2019 il 57% della costa emiliano-romagnola, pari a 79,87 km, è protetta con opere di difese a mare o radenti. Il calcolo è effettuato sull’intera lunghezza della costa regionale, includendo la Sacca di Goro fino alla foce e lo ‘scanno’ omonimo, ovvero il cordone litoraneo (spit) che separa la laguna dal mare aperto.
La lunghezza complessiva di questa linea, all’anno 2019, è di 140,4 km ed include i tratti di foce e quelli portuali, senza considerare lo sviluppo delle opere aggettanti.
Di seguito si riportano le lunghezze dei tratti di litorale Emiliano-Romagnolo interessati dalla presenza di opere di difesa rigide, così suddivise:
- difesa longitudinale distaccata emersa;
- difesa longitudinale distaccata soffolta;
- difesa longitudinale aderente;
- difesa trasversale (trasversale, trasversale soffolta, pennello);
- difesa mista - elementi trasversali e longitudinali associati;
- area portuale/foce fluviale (area portuale, difesa area portuale, foce armata, foce armata soffolta).
Non sono stati conteggiati gli argini nelle aree depresse a retro-costa e muretti/rilevati per il contenimento degli eventi di acqua alta.
Nel seguito (tabella 2 e grafico di figura 2) si riportano i risultati dell’analisi sulla tipologia di costa effettuata a livello provinciale. Approssimativamente il 38% del litorale regionale allo stato attuale è privo di opere di difesa rigide, nel 42% sono presenti difese longitudinali, nel 9% opere miste longitudinali e trasversali, nel 7% del settore costiero sono presenti opere inerenti aree portuali/foci fluviali, nel 3% argini fluviali, mentre l‘1% della lunghezza litoranea regionale è occupata da opere di difesa rigida trasversali.
Le tipologie di opere più utilizzate per la difesa del litorale regionale sono le scogliere parallele emerse e, in misura minore, le scogliere a cresta bassa, le scogliere radenti, i pennelli in roccia o pali di legno e le barriere sommerse in sacchi. Alcuni tratti di spiaggia presentano un sistema di difesa dall’erosione costituito da due o più tipologie di opere (tabella 3, figura 3, figura 4 e figura 5).
Nel periodo 2012-2018 sono stati realizzati diversi interventi di modifica o riassetto delle opere di difesa esistenti. Tra queste citiamo l’abbassamento della quota di berma di sette scogliere parallele emerse a Viserba, per il miglioramento ambientale del paraggio e l’incremento della circolazione idrica nelle acque di balneazione, il salpamento di metà della prima scogliera di Cattolica e di un tratto del “pennellone” in roccia di Cesenatico Ponente. Come nuove opere, sono stati realizzati solo tre pennelli in pali di legno lungo lo Scanno di Goro, per rallentare il trasporto solido litoraneo diretto est-ovest, e un pennello, sempre in pali di legno, a Lido di Spina Sud. Inoltre, davanti alla spiaggia di Riccione sono stati realizzati due interventi di natura sperimentale con la posa di una serie di moduli Reefball e Wmesh in calcestruzzo.
Anche nel periodo 2012-2018 si è confermata la tendenza, degli ultimi decenni, a una riduzione al ricorso di opere rigide di difesa dall’erosione e dall’ingressione marina, così come indicato nel Piano Costa 1981, nel Progetto di piano per la difesa dal mare del 1996 e nelle linee guida della Gestione Integrata delle Zone Costiere del 2005.