Emilia-Romagna
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Opere trasversali lungo la costa
Commento


I moli sono opere disposte trasversalmente alla linea di costa, presenti in coppia, con un protendimento in mare variabile da poche decine di metri fino ad alcuni chilometri. La realizzazione dei moli a difesa delle foci dei porti canali ha determinato un forte impatto sulla dinamica costiera, causando forti squilibri tra le zone sopraflutto, in accumulo, e quelle sottoflutto, in erosione.
Lungo il litorale emiliano-romagnolo, nel maggior numero dei casi, il molo sud è più proteso in mare rispetto a quello nord, in virtù della prevalenza del trasporto solido litoraneo diretto da sud verso nord. Alla funzione dei moli spesso si associa quella degli interventi di dragaggio di sedimenti, per liberare le foci e ripristinare la sezione libera necessaria per la navigazione in sicurezza e l’adeguato flusso e deflusso dell’acqua.
Nei 110 km di costa tra Cattolica (foce del Tavollo) e la foce di Volano, sono presenti 28 foci di corsi naturali o artificiali, quasi tutte protette con moli in calcestruzzo o con armature di vario genere (scogliere, pali in legno, palancole e argini protetti). Tra questi si distinguono strutture caratterizzate da diversi gradi di interazione con il trasporto solido litoraneo:

  • i moli del porto di Ravenna, che si protendono a mare per circa 2,5 km fino a raggiungere i fondali di 9-10 m, e i moli di Rimini, Cesenatico e Porto Garibaldi;
  • una serie di moli confinati all’interno della linea delle scogliere parallele, o che si protendono poco oltre, che non determinano effetti rilevanti sulle spiagge in quanto il trasporto solido litoraneo è già fortemente condizionato dalla presenza delle opere di difesa rigida, come nei casi del porto di Cattolica, del porto canale di Bellaria, della foce del Rubicone e di quella del Savio;
  • i moli e/o le foci che non determinano importanti sfalsamenti tra le spiagge limitrofe, ma intercettano il trasporto solido litoraneo, quindi necessitano di periodici interventi di dragaggio all’imboccatura. Casi di di questo tipo sono rappresentati dai moli di Riccione, di Cervia, della foce del canale Gobbino e della foce del canale Logonovo;
  • una serie di foci, perlopiù armate, che hanno un effetto limitato, se non trascurabile, sulle dinamiche del trasporto longitudinale; tra queste sono ascrivibili le foci del Rio Marano, del Bevano e del Lamone;

Nella parte nord del litorale regionale, costituito dal sistema della laguna e dello Scanno di Goro, sono presenti la foce del Po di Goro, difesa in sponda destra con un pennello in roccia e in quella sinistra da un pennello in pali di legno, e, a 500 m a ovest della foce del Po di Goro, un’apertura di collegamento laguna-mare, difesa su entrambe le sponde con pennelli in pali di legno.
Va segnalato anche il Porto lagunare di Goro. Questa struttura non si affaccia in mare aperto, ma è ad esso collegata da un canale sottomarino d’accesso, profondo 3 m e lungo 5 km, che agisce da trappola dei sedimenti che si spostano dallo Scanno di Goro verso la spiaggia di Volano.