L’indicatore documenta la quantità di radioattività rilasciata annualmente nell’ambiente (scarichi aeriformi e liquidi) dall’impianto nucleare di Caorso (PC), unico esistente in regione, confrontandola con i limiti di scarico autorizzati, nonché la produzione di rifiuti solidi radioattivi.
Gli scarichi nell’ambiente di effluenti radioattivi da parte degli impianti nucleari sono soggetti ad apposita autorizzazione. In essa sono stabiliti, tramite prescrizione tecnica allegata all’autorizzazione e all’esercizio dell’impianto, i limiti massimi di radioattività rilasciabile nell’ambiente (formula di scarico) e le modalità di scarico.
La “sorveglianza permanente degli scarichi radioattivi” e la “gestione dei rifiuti radioattivi” negli impianti nucleari sono disciplinate dagli articoli 97 e 98 del DLgs 101/2020 e s.m.i.,Titolo IX “Impianti”.
La centrale nucleare di Caorso, la più grande fra quelle realizzate in Italia, costruita negli anni ‘70 sulla riva destra del fiume Po, ha funzionato con produzione di energia da dicembre 1981 ed è ferma dall’ottobre 1986, per la quarta ricarica del combustibile; a seguito del referendum sul nucleare del 1987 non è stata più riavviata. L’impianto è caratterizzato da un reattore ad acqua bollente di tipo BWR4, con un contenitore primario tipo Mark II; il generatore nucleare di vapore è caratterizzato da una potenza di 2.651 MW termici con il gruppo turboalternatore in grado di generare una potenza elettrica di 870 MW elettrici. Nel 1990 è stato altresì deciso di fermarne definitivamente l’esercizio commerciale.
Con il DM M.I.C.A. del 4 agosto 2000 sono state autorizzate attività preliminari alla disattivazione: è stata effettuata la decontaminazione del circuito primario, sono stati smantellati i sistemi contenuti all’interno dell’Edificio Turbina, sono state demolite le torri di raffreddamento dell’Edificio Torri RHR, è stato demolito l’Edificio Off-Gas e nel 2010 si sono conclusi i trasporti di tutti i 1.032 elementi di combustibile esaurito all’impianto di ritrattamento Areva di La Hague (Francia).
Con il DM Mi.S.E. del 10 febbraio 2014 Sogin è stata autorizzata all’esecuzione della disattivazione accelerata dell’impianto, attraverso la predisposizione e l’autorizzazione di singoli progetti fino al rilascio incondizionato del Sito.
Sono in corso trasporti di fusti contenenti resine e fanghi radioattivi per il loro trattamento e condizionamento, passaggio fondamentale per svuotare i depositi e procedere al loro adeguamento.
L’attuale condizione di “disattivazione” nella quale è mantenuta la centrale comporta comunque la produzione e la conseguente emissione nell’ambiente di scarichi liquidi e aeriformi derivanti dall’attività di pulizia, lavaggio, ventilazione etc.