Emilia-Romagna
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Emissioni di azoto da depuratori di acque reflue urbane
Commento


I maggiori carichi di azoto provengono dagli impianti di Bologna-Corticella, Modena-Naviglio, Reggio Emilia-Mancasale e Rimini-Santa Giustina, i quattro depuratori di potenzialità maggiore. Quasi tutti i principali impianti di trattamento, aventi potenzialità superiore a 50.000 AE, sono ubicati a nord della via Emilia (unica eccezione è l'impianto di Sassuolo).
I carichi in uscita dalle infrastrutture depurative provenivano, nel 2017, per il 54% dall’area occidentale e per il 46% dall’area orientale della regione; dal 2017, le incidenze dell’area occidentale sono aumentate dal 54% al 61,2%, registrato nel 2020. Complessivamente, le emissioni di azoto, nell’ultimo anno considerato (2020), si sono ridotte del 4% rispetto all’anno 2017, soprattutto grazie ai migliori abbattimenti registrati nell’area orientale (-19,1%).
Nel 2020, gli impianti considerati hanno registrato, in linea generale, una diminuzione o una stabilizzazione delle emissioni dei carichi di azoto rispetto all'anno 2017, ad eccezione degli impianti di Piacenza, Parma-Est, Reggio Emilia-Roncocesi e Reggio Emilia-Mancasale, in cui si è registrato un leggero aumento in termini di carico di azoto emesso, pur nel rispetto dei valori limite previsti alla norma.
Si segnala, inoltre, che l’impianto di Santa Giustina è stato ampliato, nel 2015, per ricevere prima i reflui dell'impianto di Bellaria-Igea Marina e, successivamente, quelli dell'impianto di Rimini-Via Marecchiese, dismessi poiché obsoleti. Questi collettamenti verso un impianto dotatodi tecnologie più avanzate, ha portato ad un aumento delle emissioni di azoto scaricato dall’impianto di Rimini-Santa Giustina, a causa del maggior carico trattato in ingresso, ma, complessivamente, ha permesso di ridurre le emissioni di azoto nell’ambiente provenienti dal territorio servito, ottimizzando il servizio di depurazione (-32,4% nel periodo 2017-2020).