I dati relativi al consumo di energia derivante da fonti rinnovabili sono disponibili in modo sistematico dall’anno 2012. A partire dal 2021 viene applicata la metodologia di monitoraggio definita dalla direttiva (UE) 2018/2001 (RED II). Secondo tale nuovo metodo di conteggio la “quota verde” dei consumi, nel triennio 2021-2023, è in media pari allo 10,8% rispetto ai consumi finali lordi complessivi. Dal conteggio vengono escluse le fonti rinnovabili per i trasporti.
In generale, come si osserva in figura 2, la quota parte maggiore dei consumi energetici finali regionali (il 79%) afferisce al settore termico, mentre solo un quinto dei consumi finali è rappresentato da energia elettrica. La figura 3 mostra invece la distribuzione percentuale del consumo annuale finale lordo di energia, per vettore o prodotto energetico, evidenziando il contributo delle fonti fossili e di quelle rinnovabili (2023).
Più nello specifico, per quanto riguarda i consumi da FER, in Emilia-Romagna, nel 2023, la quota maggiore (59%) dei consumi finali di energia da fonti rinnovabili è rappresentata da consumi termici, il 38% da energia elettrica, mentre il restante 3% è costituito da calore derivato (settore termico).
Se si considerano nel dettaglio i consumi finali di energia termica, la quota coperta da energie rinnovabili si riduce all’8,4%. Ciò conferma la bassa penetrazione delle fonti rinnovabili nel settore termico, rispetto a quello elettrico.
La figura 4 mostra la ripartizione percentuale dei consumi finali regionali da fonti rinnovabili. Tra i consumi elettrici da fonti rinnovabili, il contributo maggiore è dato dal fotovoltaico (che passa dal 40% del 2021 al 51% del 2023); segue il biogas (la cui quota sul settore elettrico passa dal 18% del 2022 all’11% del 2023), le biomasse solide (14%), l’idroelettrico (18%), i bioliquidi (5%) e l’eolico (1%).
Tra i consumi termici di fonti rinnovabili, il contributo predominante è fornito dalle biomasse e dalla frazione biodegradabile dei rifiuti (42%). Cresce di due punti percentuali, rispetto al 2022, la quota delle pompe di calore (50%). I rimanenti consumi termici sono coperti da calore derivato da FER (5%) e solare termico (2%). I consumi finali termici da fonte geotermica sono ancora poco significativi e, insieme a biogas e bioliquidi, coprono complessivamente circa l’1% dei consumi termici finali regionali da FER.
La figura 5 mostra la ripartizione percentuale dei consumi finali regionali da fonti fossili. Per questi ultimi, nel 2023 e similmente agli anni precedenti, la quota maggiore (80%) dei consumi finali di energia è rappresentata da consumi termici, il 19% da energia elettrica, mentre parte restante (inferiore al 2%) è costituito da calore derivato, ottenuto dalla conversione energetica in impianti termoelettrici prevalentemente alimentati a gas naturale (settore termico).
I prodotti petroliferi sono rappresentati soprattutto da gasolio, Gpl, benzine e carboturbo (rispettivamente 64%, 10%, 17% e 6% del totale dei prodotti petroliferi).
I consumi di metano e gasolio, in particolare, coprono, rispettivamente, il 38% (41% nel 2022) ed il 26% dei consumi finali di energia da fonti fossili, pari al 34% (-2 punti % rispetto al 2022) e il 23% (+1 punti % rispetto al 2022) dei consumi complessivi regionali.
In regione, un ruolo secondario nel consumo di energia da fonti fossili è giocato dalle benzine e dal GPL (rispettivamente il 6% ed il 4% dei consumi interni lordi). Nel 2023, si rileva, inoltre, un significativo aumento del consumo di carboturbo (+19% rispetto al 2022), dovuto alla piena ripresa del traffico aereo e dei flussi turistici.
Il consumo di metano, a livello regionale, nel 2023, subisce l’influsso negativo del rialzo eccessivo dei prezzi delle commodities energetiche, dovute al protrarsi del conflitto russo-ucraino e al quasi azzeramento dell'import di metano dalla Russia.
Nell’ultimo ventennio si evidenzia una progressiva riduzione del consumo di olio combustibile, che al 2023, costituisce ormai una frazione residuale del consumo dei prodotti petroliferi.
