Emilia-Romagna
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Concentrazione di fosforo
Descrizione dell'indicatore


I sali di fosforo, generati prevalentemente da attività antropiche, ma anche a seguito del dilavamento dei territori dei bacini, arrivano al mare dai fiumi e portocanali. Le sorgenti principali sono individuate nei comparti civile e industriale (industrie conserviere, zuccherifici, mangimifici, altre industrie alimentari etc.). Il fosforo è un microelemento nutritivo disciolto nell’acqua le cui componenti fosfatiche analizzate sono rappresentate dal fosforo-ortofosfato (P-PO4) e dal fosforo totale (P-tot).
La prima componente è estremamente variabile, con tendenza a stabilizzarsi nelle stazioni più lontane dalla costa. Il fosforo, sotto questa forma, può essere immediatamente assimilato dal fitoplancton; si rilevano concentrazioni solitamente molto basse, a volte inferiori al limite di rilevabilità analitica, soprattutto nel periodo estivo. In presenza di intense fioriture algali, quando l’ortofosfato disponibile nella colonna d’acqua viene rapidamente consumato, è sicuramente ipotizzabile l’innesco di meccanismi di riciclo di questo nutriente (rapida mineralizzazione e successivo riutilizzo da parte della biomassa algale).
Le concentrazioni di fosforo totale sono, invece, strettamente collegate alla presenza di particellato organico in sospensione nella colonna d’acqua, sia di origine detritica, e quindi direttamente correlato agli apporti fluviali, sia fitoplanctonica. Alla fine del suo ciclo può essere immobilizzato nei sedimenti attraverso la formazione di complessi insolubili (in particolare con il calcio e con il ferro ossidato). In caso di situazioni di anossia a livello dell’interfaccia acqua-sedimento, il fosforo può essere rilasciato e tornare in soluzione come ortofosfato biodisponibile.