Emilia-Romagna
Torna indietro
Concentrazione di attività di radon indoor
Descrizione dell'indicatore


L’indicatore, che fornisce la stima della concentrazione media di radon (Rn-222) in aria nelle abitazioni, rappresenta un parametro di base per la valutazione del rischio/impatto sulla popolazione dovuto alla radioattività naturale.
Nell’agosto 2020 è entrato in vigore il Decreto Legislativo 31 luglio 2020, n. 101, di attuazione della Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio europeo, il quale introduce importanti novità in materia di esposizione al radon rispetto al quadro normativo previgente dettato dal DLgs 230/1995 e successive modifiche, principalmente contenuti all’interno del Capo I del Titolo IV “Sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti” del suddetto decreto legislativo.
Il nuovo quadro normativo include, per la prima volta, le abitazioni e prevede un nuovo e importante strumento gestionale, rappresentato dal Piano nazionale d’azione per il radon, art 10, nell’ambito del quale devono essere individuate:

  • le strategie, i criteri e le modalità di intervento per prevenire e ridurre i rischi di lungo termine dovuti all’esposizione al radon, anche nelle abitazioni;
  • le “aree prioritarie”, art 11, in cui si stima che la concentrazione media annua di attività di radon in aria superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici ( pari o superiore al 15%), attribuendo alle Regioni e Province autonome la responsabilità della loro individuazione.

 I livelli massimi di riferimento, in termini di valore medio annuo della concentrazione di attività di radon in aria, sono fissati pari a 300 Bq m3 per i luoghi di lavoro e per le abitazioni esistenti, e pari a 200 Bq m3 per le abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024.
In attesa dei criteri con cui definire tali aree e delle indicazioni sulle metodologie per la loro individuazione, in Emilia-Romagna, come in altre regioni italiane, sono stati effettuati studi finalizzati all’individuazione delle “aree prioritarie”.
I dati attualmente disponibili (e ancora validi per le caratteristiche del fenomeno) sono ricavati da tre indagini realizzate da Arpae: l’indagine nazionale radon indoor promossa dall’Apat (oggi ISIN) e dall’ISS, partita, in Emilia-Romagna, negli anni 1989-1990 su un campione rappresentativo di 371 abitazioni distribuite in 15 comuni della regione, l’indagine regionale nelle scuole materne e asili nido, promossa in collaborazione con l’Assessorato sanità regionale e realizzata negli anni 1993-1995 in 604 strutture scolastiche ubicate in 239 comuni della regione, e la campagna, promossa sempre dall’Assessorato sanità regionale, in 136 abitazioni individuate in corrispondenza di particolari aree territoriali (punti di emanazione gassosa/ faglie affioranti), conclusasi nel settembre 2011.