Emilia-Romagna
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Azoto nitrico nei corsi d'acqua
Commento


Dal punto di vista della distribuzione territoriale (figure 2 e 5), per effetto dei crescenti apporti inquinanti di origine prevalentemente diffusa, la presenza di azoto nitrico nelle acque tende ad aumentare spostandosi dalle zone montane e pedemontane, dove si osservano concentrazioni buone od ottimali, verso la pianura, dove si riscontra generalmente un peggioramento della qualità seppure con differenze anche significative tra i diversi bacini idrografici.
In particolare (figura 1), nel 2022, in pianura, è rispettato il valore soglia di “buono” nella chiusura di valle dei bacini: Bardonezza, Lora, Tidone, Trebbia, Nure, Taro, Secchia, canal Bianco, Po di Volano, Burana, Reno, Lamone, Candiano, Fiumi Uniti, Savio e Conca, mentre si registrano ancora situazioni di decisa criticità in Cornaiola, Chiavenna, Rubicone, Uso e Melo (con valori medi annui superiori a 5 mg/l – stato “cattivo” limitatamente alla concentrazione di azoto nitrico).
Rispetto al singolo macrodescrittore, azoto nitrico, la classificazione delle acque in chiusura di bacino idrografico (figura 3) mostra che 12% dei bacini ricade nel Livello 1, il 34% nel Livello 2, il 20% nel Livello 3, il 20% nel Livello 4 e il 14% nel Livello 5, da cui deriva che, rispetto alla concentrazione di azoto nitrico, il 46% dei bacini idrografici regionali raggiunge l’obiettivo di qualità “buono”. 
Nel complesso, delle 186 stazioni della rete regionale monitorate nel 2022 (figura 5), si rileva una distribuzione percentuale in classi di qualità, rispetto alla concentrazione di azoto nitrico, così ripartita: 30% classe 1 (elevato), 26% classe 2 (buono), 23% classe 3 (sufficiente), 15% classe 4 (scarso) e 6% classe 5 (cattivo). Il valore soglia definito per l’obiettivo di qualità di “buono” è rispettato nel 56% delle stazioni regionali, contro il 57% raggiunto nel 2021, il 56% nel 2020, il 48% nel 2019, il 51% nel 2018, confermando un trend positivo, sebbene con alcune flessioni correlabili anche con la piovosità annuale, che può influenzare l’intensità dei fenomeni di dilavamento e trasporto in acqua superficiale