Emilia-Romagna
Acque di transizione
Sintesi


Le acque di transizione rappresentano oggi aree marginali di un ecosistema un tempo diffuso in vasti territori costieri del nostro Paese e in tanti altri Stati rivieraschi, che si affacciano sul Mediterraneo.
Anche l'Emilia-Romagna presenta aree con tali condizioni particolari poiché, dall'inizio dell'ottocento, circa il 70% dei territori lagunari è stato bonificato.
Negli ambienti di transizione stazionano molte delle specie presenti negli elenchi delle specie minacciate. Gli stessi uccelli migratori trovano in questi habitat protezione e nutrimento. Un altro aspetto che va tenuto in considerazione è costituito dal potere di filtro che questi ecosistemi hanno nei confronti delle acque fluviali e drenanti del territorio. È ampiamente documentata la loro capacità di trattenere quote importanti di nutrienti (N e P) e di abbattere i carichi batterici, che altrimenti si riverserebbero direttamente in mare.
Ragioni dettate dalle vigenti direttive comunitarie e nazionali raccomandano e impongono la loro tutela.
In questo contesto assume una straordinaria importanza il ruolo della Regione e degli Enti locali territorialmente coinvolti, quello dell’Arpae Emilia-Romagna e dell’Ente Parco del Delta Po. Alla base di questo contesto di ruoli, vi è un’applicazione concreta dei principi previsti nelle linee guida della Gestione Integrata delle Zone Costiere approvata dalla Regione Emilia-Romagna con Delibera n. 643 del 20/01/05.
Classificare lo stato ecologico e lo stato chimico dei corpi idrici di transizione, sulla base dei criteri tecnici definiti dal DM 260/10 e dal DLgs 172/15, permette di ottenere un quadro rappresentativo dello stato ambientale per le acque dei corpi idrici a livello di distretto idrografico, nazionale e comunitario. Lo stato di qualità ambientale "buono" corrisponde all'obiettivo di qualità da raggiungere ai sensi del DLgs 152/06. Per raggiungere tale stato, i corpi idrici devono risultare in stato "buono" sia sotto il profilo ecologico, che chimico.
La classificazione dello stato di qualità dei corpi idrici deve prendere in considerazione gli esiti del monitoraggio di un intero sessennio; tuttavia l’attribuzione della classe di stato ecologico e di stato chimico avviene prevalentemente sulla base dei dati dell’ultimo triennio di monitoraggio. L’utilizzo dell’ultimo ciclo di monitoraggio per la classificazione è in relazione da un lato alle finalità delle diverse tipologie di monitoraggio (valutare nel tempo l’efficacia delle misure di tutela o le variazioni naturali o risultanti da una diffusa attività antropica) e dall’altra al fatto che l’adeguamento all’evoluzione normativa è un processo incrementale che ha maggiori probabilità di completarsi o realizzarsi nella seconda metà di un ciclo sessennale di attività.
Per quanto riguarda lo stato ecologico, si evidenziano criticità in tutti gli ambienti di transizione. In particolare, nel sessennio 2014-2019, Sacca di Goro, Valle Nuova e Pialassa Baiona conseguono uno stato ecologico "scarso", mentre i corpi idrici Valle Cantone, Lago delle Nazioni, Valli di Comacchio sono stati valutati come "cattivo". Gli elementi di qualità che incidono maggiormente sulla valutazione dello stato ecologico sono gli elementi di qualità biologica (EQB) macroalghe, macrobenthos e fitoplancton.
In relazione alle sostanze ricercate per lo stato chimico (tab. 1/A e 2/A del DLgs 172/15), osserviamo che, alla fine del sessennio 2014-2019, tutti i corpi idrici di transizione della regione Emilia-Romagna hanno uno stato "non buono" principalmente in conseguenza dell'evoluzione normativa, che ha visto l'introduzione di limiti nuovi o più restrittivi o di nuove matrici per la ricerca di inquinanti. Si sottolinea, per altro, che l'introduzione di nuovi requisiti normativi non deve essere erroneamente percepita come un'indicazione di deterioramento dello stato chimico delle acque superficiali.

 

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